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19 Dicembre 2016
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Ogni esperienza di maternità è importante e merita di essere raccontata e conosciuta; oggi ascoltiamo il vissuto di Antonella che, come Lisa, ha vissuto le fasi piu’ intense della sua maternita’ a Modena.
Se ti dico maternità cosa ti viene in mente?
Il miracolo della nascita e l’esperienza meravigliosa di dare alla luce un bimbo.
Ricordi il gesto più gentile che ti e’ stato rivolto durante la tua maternita’?
Durante la gravidanza tutti si prendono cura di te e si preoccupano per te, marito, familiari, amici, anche persone estranee…e lo fanno anche se stai fisicamente bene e la vivi serenamente. Quindi di gesti gentili ce ne sono tanti, almeno nella mia esperienza. Se penso alla mia prima gravidanza, mio marito ad esempio era diventato premurosissimo…piazzava cuscini ovunque mi sedessi o sdraiassi per alleviare il mio mal di schiena, evitava che portassi anche la più piccola busta della spesa su per le scale, si preoccupava sempre che non fossi troppo stanca e quando avevo voglia di qualcosa, faceva di tutto per trovarla…un giorno ha girato tutta Modena perché mi era venuto il desiderio di una pannocchia arrostita a Dicembre!
Poi quando nasce il bimbo, l’attenzione si sposta tutta su di lui e tutti si dimenticano di te, tutti tranne tua madre 🙂
C’è qualcosa che non hai sentito giusta per te in gravidanza, nel parto o dopo che il tuo bimbo è nato? Se si, ci vuoi raccontare cosa?
Non so se sia ingiusto o meno, ma durante la seconda gravidanza ho fatto una fatica enorme a lavorare fino alla fine del settimo mese, avendo già un’altra bimba piccola che risucchiava gran parte delle mie energie.
Invece durante la prima maternità ho trovato un po’ ingiusto che prima del parto ci siano state tante persone, servizi, strutture che mi hanno aiutato a capire come affrontare questo viaggio e mi hanno dato un gran supporto, mentre dopo che la mia bimba è nata, mi sia sentita un po’ lasciata a me stessa e ai mille consigli contrastanti e non richiesti di mamma, suocera, pediatra.
E poi è a dir poco ingiustissimo che dopo il parto non si debba più dormire la notte!
Hai avuto la possibilità di raccontare questa tua sensazione a qualcuno e, se sì, ti è stato utile?
Durante la prima maternità era tutto troppo bello, la grande fatica veniva puntualmente ricompensata dai sorrisoni di mia figlia e le piccole ingiustizie passavano in secondo piano. Magari il frequentare luoghi pieni di altre neo-mamme, ad esempio la ludoteca, è stato utile a condividere l’esperienza con persone che ne avevano una molto simile alla mia e far nascere un confronto costruttivo.
Durante la seconda maternità (altrettanto bella, ma necessariamente vissuta con più razionalità) mi sono sentita molto supportata e ascoltata da una mia carissima amica, nonché doula, che è ben presto diventata la mia valvola di sfogo! 🙂
Durante la gravidanza come immaginavi sarebbe stato il tuo parto?
Lo immaginavo bellissimo! Avevo seguito un corso pre-parto insieme a mio marito, in cui ci avevano spiegato in dettaglio le varie fasi di pre-travaglio, travaglio e parto e questo è servito molto a tranquillizzare soprattutto lui, che è molto ansioso. Io invece sono sempre stata molto tranquilla di carattere, quindi non avevo paura di affrontare il parto. Sapevo che sarebbe stato doloroso, ma non mi interessava. Lo immaginavo come un’esperienza stupenda, quasi romantica e soprattutto come la cosa più naturale del mondo, quindi dopo 9 mesi di gravidanza non vedevo l’ora che arrivasse.
Ed è stato esattamente così.
Ci racconti un episodio divertente che ti è capitato?
Durante la seconda maternità, io e mio marito eravamo arrivati al Centro Nascita di corsa perché dopo mezz’ora che le contrazioni erano partite, le sentivo già fortissime e molto ravvicinate. Nel delirio di un travaglio super-veloce (mio figlio è nato due ore e mezza dopo le prime contrazioni), memore della prima esperienza di un bellissimo travaglio con sottofondo di musica classica, chiedo a mio marito di farsi dare dall’ostetrica il cd di Mozart e far partire la stessa musica di allora. Il cd parte, ma dopo pochi secondi si ferma, poi riparte, poi si riferma. A quel punto perdiamo le speranze, io continuo il mio travaglio per un’oretta, poi inizio la fase espulsiva, il bimbo nasce e appena l’ostetrica lo mette tra le mie braccia…la musica riparte!
Quasi a voler festeggiare il suo arrivo al mondo.
Alla fine del tuo racconto c’è un’emozione che hai voglia di lasciare qui e una invece che vuoi portare a casa con te (perche’ senti essere benefica per te)?
Diventare mamma è la cosa più straordinaria che possa accadere! Un’esperienza con una miriade di emozioni, che è complicatissimo descrivere e che probabilmente soltanto un’altra mamma può capire. È per questo che auguro a tutte le donne che abbiano questo desiderio di diventare mamme il prima possibile!
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