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23 Gennaio 2018
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Oggi vorremmo portare alla vostra attenzione un argomento che interessa molto le donne che stanno aspettando un bambino. Spesso si domandano come possano affrontare il momento del parto con il minore senso di sofferenza possibile, cercando di trovare il modo per averne un vissuto piacevole e soddisfacente, con esito positivo. Ora la scienza ci viene in aiuto fornendo moltissime alternative, allo stesso tempo riconosce attraverso diversi studi scientifici che un aspetto importante da tenere in considerazione, forse prima di altri, è il SOSTEGNO EMOTIVO DURANTE IL TRAVAGLIO E IL PARTO.
Vi riportiamo qui di seguito un articolo tratto dal sito “SaPeRi Doc“nel quale si fornisce una spiegazione chiara di quanto tale sostegno potrebbe essere un elemento determinante per il vissuto positivo del travaglio e del parto, e che può essere garantito attraverso la presenza della Doula, persona di fiducia con una preparazione specifica.
Quali gli effetti del sostegno emotivo?
Studi descrittivi hanno riportato che le donne in travaglio valutano positivamente i consigli, le informazioni, il comfort e l’assistenza concreta offerti dalla presenza continua di una persona capace di fornire sostegno.
Una revisione sistematica (RS) di 21 studi clinici controllati randomizzati RCT (15.061 donne) [1] valuta il sostegno emotivo continuo in travaglio di parto fornito da:
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un membro dello staff ospedaliero (ostetriche e allieve ostetriche; infermiere)
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donne non appartenenti allo staff ospedaliero, non scelte dalla donna, con una preparazione specifica (doula, educatrici prenatali, infermiere in pensione, volontarie o a pagamento)
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persone di fiducia scelte dalla donna, spesso appartenenti alla famiglia e di sesso femminile che ricevono una breve formazione specifica.
Gli studi inclusi nella revisione sono stati pubblicati in un arco di tempo ampio (dal 1986 al 2010), sono stati condotti in paesi con diverse caratteristiche culturali, economiche e di organizzazione dell’assistenza sanitaria (come ad esempio Francia e Zimbabwe). In alcuni degli studi le donne nel gruppo di controllo si trovavano durante il travaglio e il parto in una unica stanza con altre partorienti, non erano libere di muoversi, bere, mangiare, non erano accompagnate da alcuna persona di fiducia, mentre in altri studi le donne nel gruppo di controllo erano assistite dal proprio partner, erano libere di muoversi e il travaglio avveniva in una stanza singola. È difficile quindi interpretare i risultati derivanti dalla comparazione nei singoli sottogruppi identificati dalla RS, anche se gli studi rilevano in maniera coerente un effetto positivo del supporto continuo, indipendentemente dal setting. In particolare, la RS osserva una associazione fra supporto continuo alla donna durante il travaglio e il parto e:
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ridotto uso dell’epidurale, rischio relativo, RR: 0.93; intervallo di confidenza al 95%, IC 95%: 0.88, 0.99 (9 RCT, 11.444 donne)
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ridotto ricorso a qualunque tipo di analgesia intraparto, RR: 0.90; IC 95%: 0.84, 0.97 (13 RCT, 12.169 donne)
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ridotta frequenza di parti vaginali operativi, RR: 0.90; IC 95%: 0.84, 0.96 (18 studi, 14.004 donne)
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ridotta frequenza dei tagli cesarei, RR:0.79; IC 95%: 0.67, 0.92 (21 studi, 15.061 donne)
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ridotta incidenza di donne non soddisfatte con le cure ricevute, RR: 0.69; IC 95%: 0.59, 0.79 (11 RCT, 11.133 donne)
In particolare l’analisi per sottogruppi di persone che forniscono il supporto continuo rileva che ognuna delle tre tipologie di figure, anche se con quantificazione dell’effetto non sovrapponibile, ha un impatto positivo sul travaglio in termini di riduzione del ricorso all’analgesia intraparto, mentre nessun impatto è rilevabile rispetto alla frequenza di parto vaginale spontaneo. Solo il supporto fornito da una figura non appartenente allo staff ospedaliero e non scelto dalla donna (tipo doula) si associa in maniera statisticamente significativa a una riduzione del ricorso al taglio cesareo (RR: 0.72; IC 95%: 0.60, 0.86).
Una RS di 11 RCT (12.276 donne) ha valutato l’effetto sugli esiti correlati al parto di un modello di assistenza a gravidanza e parto gestito da una ostetrica (midwife) rispetto a un modello guidato da un medico [2]. La RS osserva una associazione fra modello gestito dall’ostetrica e:
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ridotto uso dell’epidurale, RR: 0.81; IC 95%: 0.73, 0.91 (11 RCT, 11.892 donne)
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aumento del non ricorso all’analgesia intraparto, RR: 1.16; IC 95%: 1.05, 1.29 (5 RCT, 7.039 donne)
Nel valutare gli aspetti positivi di un modello di assistenza basato su un supporto continuo durante il travaglio e il parto, si deve considerare che il supporto da parte di una persona scelta dalla donna è quello che la donna preferisce e che restituisce all’evento nascita una dimensione fisiologica e demedicalizzata.
Che cosa ne pensano le donne?
Una revisione sistematica sul sostegno emotivo in travaglio di parto [1], comprensiva di uno studio clinico controllato randomizzato di grandi dimensioni [2], dimostra che le donne che hanno ricevuto questo tipo di assistenza danno, della loro esperienza del parto, una valutazione più frequentemente positiva rispetto alle donne che hanno ricevuto un’assistenza convenzionale.
Gli studi hanno valutato l’effetto del sostegno considerando esiti diversi quali:
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il livello di soddisfazione globale
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il livello di autocontrollo personale durante il parto
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l’incapacità a reagire in modo adeguato durante il travaglio
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il giudicare il travaglio peggiore di quanto immaginato
Tutti questi esiti indicano una maggiore soddisfazione nelle donne che hanno ricevuto un sostegno emotivo durante il travaglio di parto.
Il sito Doulas of North America contiene numerose informazioni sulla figura della doula e in un documento, The doula’s contribution to modern maternity care, fornisce un glossario della terminologia utilizzata a proposito del sostegno emotivo e una tavola riassuntiva degli studi clinici controllati randomizzati (RCT) che hanno valutato il ruolo della doula in travaglio di parto. Una utile introduzione all’argomento è l’articolo: Pascali-Bonaro D, et al. Continuous female companionship during childbirth: a crucial resource in times of stress or calm. J Midwifery Womens Health 2004;49S:19-27 [Medline].
L’utilizzo della doula è risultato efficace nel ridurre la richiesta materna di analgesia, la frequenza di parti operativi vaginali e di tagli cesarei ed è risultato associato a una minor frequenza di punteggi di Apgar bassi (Simkin PP, et al. Nonpharmacologic relief of pain during labor: systematic reviews of five methods. Am J Obstet Gynecol 2002;186:S131-59 [Medline]), oltre che a una durata inferiore del travaglio di parto (Scott KD, etal. A comparison of intermittent and continuous support during labor: a meta-analysis. Am J Obstet Gynecol 1999;180:1054-59 [Medline]). È stato segnalato l’esito positivo dell’intervento di doula nel travaglio spontaneo di parto di una donna con mastocitosi sistemica, condizione nella quale lo stress del travaglio e l’uso di farmaci sono potenzialmente in grado di attivare la malattia e provocare anafilassi (Kehoe SL, et al. Use of a doula for labor coaching in a patient with indolent systemic mastocytosis in pregnancy. Obstet Gynecol 2006;107:514-6 [Medline]).”
Bibliografia
Articoli integralmente tratti dal sito: SaPeRi Doc: Centro di Documentazione sulla Salute Perinatale e Riproduttiva – SSN Emilia Romagna
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